Ausili per la comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA)

Cosa sono e come sceglierli?

Il termine Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) – traduzione di Augmentative and Alternative Communication – indica un insieme di conoscenze, tecniche, strategie e strumenti atti a valorizzare e migliorare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, con particolare riguardo al linguaggio orale e scrittura. L’aggettivo aumentativa sottolinea che essi non sostituiscono ma incrementano le possibilità comunicative naturali della persona, che come è noto non si limitano alle sole capacità verbali; alternativa mette in rilievo il ricorso a modalità di comunicazione alternative e diverse da quelle tradizionali.

Realizzare un efficente sistema personalizzato di CAA, soprattutto in caso di disabilità complesse, è un compito impegnativo che richiede specifiche competenze da parte degli operatori e lo sviluppo di nuove abilità comunicative da parte dell’utente. Costituisce in sè un programma riabilitativo, fondato su una clinica della comunicazione aumentativa.

In questo quadro gli ausili di comunicazione, ossia quelli che permettono all’utente di produrre messaggi comprensibili agli interlocutori, costituiscono un anello di una catena che presuppone a monte una scelta di strategie, di linguaggi, (alfabetici, simbolici…) e di tecniche (come intraprendere un’azione comunicativa, come segnalare l’intenzione di intervenire mentre altri parlano, come sostenere il ritmo della conversazione…).Se si considera poi che la comunicazione è un atto relazionale tra più interlocutori, si comprende quanto sia importante nella scelta degli ausili il contesto d’uso: diverso è ad esempio se la persona deve comunicare con i familiari oppure con estranei, in ambienti tranquilli e silenziosi o in ambienti rumorosi e concitati (ristorante, biglietteria ferroviaria ecc.).

Il punto di partenza per una buona valutazione degli ausili di comunicazione è pertanto conoscere il programma di CAA che c’è a monte e, nel caso questo manchi, attivarlo con specialisti competenti. A seconda dei casi, la scelta può orientarsi su ausili a bassa o ad alta tecnologia. Se cade su un ausilio informatico, valgono le considerazioni fatte nell’articolo sull’accessibilità informatica riguardo all’interfaccia d’ingresso, l’ambiente informatico, l’interfaccia di uscita e la struttura fisica.

Bisogni comunicativi

– A quali esigenze comunicative deve rispondere l’ausilio? A quelle di un bambino o di un adulto? Ad attrarre attenzione? A dare riscontro all’interlocutore? A chiedere assistenza per le esigenze più frequenti? A tenere discorsi? A sostenere intere conversazioni?

– Quanti messaggi deve poter comunicare? Uno? Due (SI/NO)? Pochi? Molti? Un numero illimitato?

Sistema comunicativo

– Con quali linguaggi l’utente comporrà il messaggio? Alfabetico? Iconico? Simbolico?

– Con quale canale il messaggio verrà comunicato all’interlocutore? Voce registrata? Voce sintetica? Display visivo? Simboli?

Contesto d’uso

– Dove verrà utilizzato in prevalenza l’ausilio? In luogo tarnquillo e silenzioso? In luogo rumoroso e consitato? All’aperto, anche sotto le intemperie?

– Chi saranno i principali interlocutori? Familiari o amici stratti? Insegnanti, compagni, colleghi di lavoro? Persone che si incontrano occasionalmente?

– C’è una persona che possa svolgere il ruolo di facilitatore ossia di supportare l’uso dell’ausilio nelle varie situazioni comunicative?

– Come mettere a proprio agio gli interlocutori che per la prima volta si trovano in una conversazione mediata da un ausilio?